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Puntura di medusa: è normale avere fastidi a distanza di una settimana?
Le meduse sono creature marine dotate di tentacoli ricoperti di cellule urticanti chiamate nematocisti: quando queste ultime entrano in contatto con la pelle umana, rilasciano un veleno che causa una reazione infiammatoria immediata.
Sintomi della puntura di medusa
I sintomi di una puntura di medusa possono variare in intensità a seconda della specie e della sensibilità individuale alla tossina.
Iniziano solitamente con un dolore acuto e bruciante nella zona colpita, al quale possono seguire eritema e gonfiore localizzati, accompagnati da prurito. In alcuni casi, soprattutto nelle persone più sensibili o allergiche, possono manifestarsi sintomi sistemici più gravi come mal di testa, vertigini, nausea, vomito, difficoltà respiratorie e, in rari casi, shock anafilattico. Se si presentano questi sintomi gravi, è fondamentale chiamare immediatamente il 118 per ricevere assistenza medica.
Rimedi
Dopo essere stati punti da una medusa, è importante rimanere calmi, uscire dall’acqua senza agitarsi, verificare l’eventuale presenza di resti di tentacoli sulla pelle e rimuoverli con cautela, usando un oggetto rigido come una carta di credito.
È consigliabile sciacquare la zona colpita con acqua di mare, evitando l'uso di acqua dolce che potrebbe peggiorare la situazione e, per alleviare il dolore e ridurre l'infiammazione, si possono applicare creme o gel specifici.
La calendula, grazie alle sue proprietà antisettiche e cicatrizzanti, è molto efficace, così come l'aloe vera, con le sue proprietà lenitive e antinfiammatorie. L'uso di gel al cloruro di alluminio può aiutare a ridurre il prurito e prevenire la diffusione delle tossine e, dopo aver trattato la puntura, è importante proteggere la pelle dal sole utilizzando una crema solare con alta protezione (SPF 50+), per prevenire la formazione di macchie cutanee.
Cosa fare se ho fastidio oltre una settimana
Sebbene la maggior parte dei sintomi delle punture di medusa si risolva entro pochi giorni, può capitare che il disagio persista oltre una settimana. In tali casi, è possibile che la tossina sia penetrata in profondità nella pelle, causando un'infiammazione prolungata e, se compaiono vesciche o bolle che si rompono e formano croste, c'è il rischio di infezione e sarebbe bene consultare un medico.
Se l'infezione non è presente, l'infiammazione dovrebbe ridursi entro 7-10 giorni, anche se la pelle potrebbe rimanere arrossata e sensibile: in questi casi, continuare a usare una crema solare con protezione elevata può aiutare a prevenire ulteriori danni e a favorire la guarigione.
Se i sintomi persistono o peggiorano, è consigliabile consultare un medico per un'ulteriore valutazione e trattamento.
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